📲 Condividere tutto sui social non è felicità:
"lo dice la scienza"
Nell’epoca della connessione permanente, i social network sono diventati una vetrina continua delle nostre vite. Ma cosa significa davvero postare ogni minimo dettaglio della propria giornata? La scienza risponde: non è sempre un segno di benessere, ma spesso un campanello d’allarme emotivo.
🔍 La ricerca è chiara: l’oversharing è spesso sintomo di disagio
Diversi studi scientifici pubblicati tra il 2023 e il 2025 hanno messo in evidenza un legame diretto tra uso eccessivo dei social media, oversharing compulsivo (cioè la tendenza a condividere continuamente contenuti personali) e problemi psicologici come ansia, depressione, bassa autostima e dipendenza da approvazione.
- Uno studio pubblicato sul Journal of Medical Internet Research (2025) mostra che chi pubblica frequentemente dettagli personali sui social lo fa spesso per ottenere approvazione, ma sperimenta livelli più alti di ansia sociale e insoddisfazione.
- Una metanalisi del 2024 condotta da Cyberpsychology ha rilevato una correlazione significativa tra uso problematico dei social e calo del benessere psicologico, soprattutto nei più giovani.
- Un altro studio sistematico pubblicato da BMC Psychology (2024) ha evidenziato che tra i principali predittori dell’oversharing ci sono la FOMO (paura di essere esclusi), bassa autostima e emotion dysregulation, cioè la difficoltà nel regolare le emozioni.
- Un’ulteriore conferma arriva da uno studio clinico su PubMed (2023), che collega dipendenza da social media, ansia e attenzione costante alla validazione esterna come predittori del bisogno di postare continuamente.
🧠 Non è una malattia, ma ha un nome
Il comportamento non è classificato come disturbo a sé stante, ma è stato ampiamente associato a concetti psicologici noti:
- Approval anxiety: ansia da approvazione altrui
- FOMO (Fear of Missing Out): paura di essere esclusi
- Emotional dumping: scarico impulsivo di emozioni online
- Confronto sociale patologico: misurare il proprio valore sulla base delle vite altrui
📉 Ma chi è davvero felice… condivide di meno
Un interessante studio condotto nel 2025 da SHS Web of Conferences ha rivelato che le persone che vivono relazioni appaganti e una vita soddisfacente tendono a condividere meno contenuti personali. Non perché siano meno socievoli, ma perché vivono pienamente il momento, senza il bisogno di documentarlo pubblicamente.
💡 Cosa possiamo fare per ritrovare equilibrio
- Imparare a vivere i momenti senza sentirci obbligati a mostrarli.
- Chiedersi perché stiamo postando qualcosa: per condividere davvero o per ricevere approvazione?
- Coltivare la relazione con sé stessi fuori dalla dimensione pubblica digitale.
- Limitare l’esposizione sui social nei momenti di fragilità emotiva.
📚 Fonti autorevoli
- Journal of Medical Internet Research (2025)
- Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking (2024)
- BMC Psychology (2024)
- PubMed Study on Social Media Addiction and Oversharing (2023)
- SHS Web of Conferences – Oversharing in Gen Z (2025)
🧭 Conclusione
Non è sbagliato condividere. Ma farlo continuamente, per ogni dettaglio, potrebbe non essere un segno di entusiasmo o felicità, bensì una forma di richiesta silenziosa d’aiuto o attenzione. Riscopriamo il valore del vivere autentico, non filtrato, non postato.
Perché a volte, meno è davvero di più.
Ad Maiora (anca pora mi)
Commenti