E' di irei la notizia che il tribunale di Milano, con una sentenza, ha condannato alcuni dirigenti di Google e parte dello staff tecnico per il video di un bambino down oggetto di violenze. L’ambasciatore USA David Thorne tuona:
“Pur riconoscendo la natura biasimevole del materiale non sono d'accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sui Provider ed in questo caso in google. Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore”.
“Pur riconoscendo la natura biasimevole del materiale non sono d'accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sui Provider ed in questo caso in google. Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore”.
Premesso che non sono un simpatizzante americano, ma consapevole dell’azione deplorevole di pubblicare video e immagini di un certo tipo, condivido le affermazioni di David Thorne e cerco di motivare la mia considerazione con una metafora, poniamo il caso di uno scontro a fuoco nel quale rimane ucciso un uomo, dalle analisi effettuate emerge che il proiettile è stato esploso da una Beretta, succesivamente la famiglia del defunto avvia una causa, alla sentenza il giudice accusa i dirigenti della Beretta che ha prodotto la pistola causa di morte, il magistrato motiva il suo giudizio asserendo che l'azienda doveva vigilare con attenzione alla distribuzione dei propri articoli.
Bisogna fare attenzione a situazioni del genere perché potrebbero causare un precedente ed influire in maniera negativa nella libertà di espressione di ogni individuo.
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